«Gli occhi di quell’uomo, soprattutto questo mi ricordo. Due occhi bui, due zolfare mai visitate dalla luce».
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Giuseppe, il protagonista di questo romanzo, parte da Bologna una mattina di novembre per raggiungere Giardini Naxos. Va da suo padre Sergio, ricoverato in seguito a un ictus, nonostante non si vedano da anni. Dal letto della clinica, Sergio racconta, mentre Giuseppe ascolta e ricorda: episodio dopo episodio, ricostruiscono l’origine del loro allontanamento e di quella solitudine, nata dall’abbandono, che li unisce come dei sopravvissuti.
Attraverso una prosa che ricerca l’esattezza della poesia, Nibali rappresenta due generazioni, confrontando le passioni dell’una e l’apatia dell’altra, due facce di uno stesso animale eternamente votato alla disfatta.
Ecco di nuovo il buio, e Giuseppe si ritrova in mezzo alla nebbia di una pianura, e l’unica cosa che continua a vedere è l’albero, contro lo sfondo latteo, e sopra i rami vuoti sta un piccolo diamantino bianco con delle macchie scure, che lo guarda come gli avvoltoi guardano le carcasse. Tutto nella sua testa inizia a mischiarsi, suo padre, l’albero, l’ufficio, Nicoletta, il diamantino. Sente un forte dolore alla gamba destra, poi al collo, e la testa sta per esplodergli. Infine un’improvvisa sensazione di cadere nel vuoto, e Giuseppe si sveglia, confuso e impaurito.
n. 9 - 152 pagine arabe intonse,
dimensioni a libello chiuso 12X19, interno stampato su carta Burgo Musa, copertina a colori stampata su carta Fabriano Fabria Brizzato.
Copertina: Maurizio Ceccato - Ifix ©
Redazione e Impaginazione: Studio editoriale 42Linee
Copertina: Maurizio Ceccato - Ifix ©
Redazione e Impaginazione: Studio editoriale 42Linee
Giuseppe Nibali è nato a Catania nel 1991. Giornalista pubblicista, collabora con «Le parole e le cose» e con il magazine di Treccani «Lingua Italiana». Nel 2021 ha pubblicato la raccolta di poesia Scurau (Arcipelago Itaca). Animale è il suo primo romanzo.
Il Sole 24 Ore, Alberto Fraccacreta
Nibali conduce la narrazione con una prosa secca e fortemente lirica, che ricorda il McCarthy dei libri ambientati in Tennessee. Questo è il suggestivo incipit del romanzo: «Un ululato, poi un secondo e un terzo, poi ecco il coro. Viene fuori dal buio, non dà tregua. Solo non è seguito dai corpi, non entrano in scena i lupi.
Nibali conduce la narrazione con una prosa secca e fortemente lirica, che ricorda il McCarthy dei libri ambientati in Tennessee. Questo è il suggestivo incipit del romanzo: «Un ululato, poi un secondo e un terzo, poi ecco il coro. Viene fuori dal buio, non dà tregua. Solo non è seguito dai corpi, non entrano in scena i lupi.