Ardesia

Tornare nel paese in cui si è cresciuti comporta quasi sempre uno scavo nei ricordi. A maggior ragione se, una volta arrivati, capita di assistere alla traslazione dei resti di un proprio antenato.

Inimicizie letterarie

In questo atlante letterario delle passioni più basse di spiriti eccelsi, Passerini restituisce con ironia il lato scontroso di molti degli autori che amiamo.

Laboratorio Pordenone

Laboratorio Pordenone racconta la città e il suo territorio, solidamente ancorati ai principi di una tradizione e di una identità, ma nel contempo proiettati verso un domani che non dimentica quel che rimane vivo dell’antica civiltà contadina.

Moby Dick

Londra, nel 1955 il capolavoro di Melville, grazie al genio di Welles, trova finalmente la sua definitiva forma teatrale, non una semplice riduzione, ma qualcosa di più e di diverso.

Corpi di Cristo

Questa è la storia dell’incontro tra due ragazzi, il protagonista dal nome tedesco e Nilo: un’amicizia che nasce al liceo e finisce nel sangue. Sullo sfondo la città di Verona d’inizio anni Ottanta, in cui prevale una mentalità torbida e giudicante che disprezza ogni forma di marginalità, al punto da generare atti efferati contro reietti, senzatetto, omosessuali, tossici, e che arriva a travolgere entrambi gli amici in un’escalation di violenza e follia.

L’ora dei maestri perduti

In un dialogo costruito a distanza, nel viaggio che da parti opposte dell’Italia li conduce alla stessa meta, Lorenzo Pavolini e Flavio Santi ripercorrono la loro amicizia con Enzo Siciliano, scrittore, critico e direttore della rivista «Nuovi Argomenti», nella quale raccolse giovani generazioni di autori.

La letteratura come una delle arti equestri

La letteratura come una delle arti equestri è una raccolta di elzeviri di Hans Tuzzi, comparsi sull’inserto «Agorà» di «Avvenire» per ribadire che le storie scritte male si assomigliano tutte, e quelle scritte bene lo sono ognuna a modo suo.

Eco

Eco è la storia di una ragazza che sogna, e del suo sogno che riceve un’interpretazione diversa da ciascuno dei personaggi a cui lei lo racconta. Il fluire dei loro pensieri porta con sé altre storie, le trame delle loro esistenze, che appaiono a noi che leggiamo come frammenti di uno specchio infranto.

Una consunzione infinita

In questo saggio critico Matteo Moca prova a esplorarle, queste profondità, rintracciando i maggiori riferimenti letterari della scrittrice svizzera Fleur Jaeggy e i frammenti di autobiografia disseminati nelle sue storie, dall’infanzia passata in collegio fino all’amicizia con Ingeborg Bachmann, profondissima e determinante nella sua vita e nella sua scrittura, che in Jaeggy si mescolano fino a rendersi indistinguibili l’una dall’altra.